L’Italia nel mondo Digitale

Questo argomento mi appassiona molto e non passa giorno in cui non mi informi su Internet, specialmente sulla rete, quella informatica, il loro sviluppo ed il recente lavoro dello Stato, per questo apro il mio Blog con questo articolo/approfondimento e le mie considerazioni sul tema che volevo condividere con voi, sperando che sia di Vostro gradimento.

Tutti o quasi sappiamo che la parola Italia e la parola Digitale spesso e volentieri non vanno d’accordo, questa relazione infatti nel nostro paese ha molti problemi. Da sempre questa divisione minaccia e impedisce l’allinemento alla modernità rispetto agli altri paesi più sviluppati del mondo e soprattutto in relazione a quelli Europei, premettendo che ovviamente ci sono delle eccezzioni e l’Italia non è sola, per fortuna.

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Parlando di Digitale potremmo soffermarci sulla televisione, sulla pubblica amministrazione, sui servizi, sui Social Network ma più specificatamente oggi parlerò del mondo che riguarda la connettività, Internet ed il Networking in Italia, il che come vedremo non esclude gli altri argomenti citati.

Sappiamo bene che in Italia la connettività è vista più come un problema che un opportunità che ci può aiutare, questo non è solo frutto del pessimismo generale che è presente nel nostro paese ma è anche un dato di fatto. Le reti telefoniche che permettono l’accesso ad Internet allo stato attuale sono abbastanza “preistoriche” rispetto agli altri. Questo limita parecchio le possibilità che aziende e cittadini privati possono avere, infatti oramai la Rete di Internet sempre più globale permette di accedere ad un numero pressochè infinito di informazioni, di accedere a servizi pubblici e non, divertirsi, lavorare, collaborare, scambiarsi opinioni, comunicare, fare acquisiti, vendere e via di questo passo.

Tutto questo è entrato con forza nelle nostre vite a partire dagli anni 90′, che ci piaccia o no fa parte di noi e dobbiamo accettarlo ed usare tutto al meglio, sia che siamo bambini o anziani, giovani o adulti. Per questo è stato proposto da molti ed è stato accettato come in USA o in Germania di rendere Internet un bene primario, equiparabile ai generi alimentari o al vestiario, anche qui da noi se ne è parlato di Net Neutrality, specialmente se consideriamo l’accesso a questa rete globale che diventa anch’esso di primaria importanza, insieme al fatto di essere libero da vincoli e limiti.

La Rete di Internet nel Mondo e in Italia

Ma adesso andiamo ad analizzare un pò di dati. L’accesso e la penetrazione di Internet (sia su rete mobile che su rete fissa) nel mondo varia moltissimo a seconda dei continenti, in generale l’utilizzo sta crescendo molto velocemente in tutto il globo ma alcuni continenti come l’Africa e l’Oceania (esclusa l’Australia) e la regione Araba hanno ancora gravi carenze, da queste statistiche qui sotto effettuate dal portale Statista dal 2009 al 2015 si nota subito la differenza tra le regioni.

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Qua sotto invece ho messo una mappa del globo molto significativa che ci fa capire più nel dettaglio la situazione delle connessioni e la loro velocità di navigazione, quella cioè che permette di fruire dei dati che passano attraverso la Rete di Internet. Più veloce è la media della banda disponibile più le reti telefoniche e informatiche saranno avanzate e diffuse in un determinato paese e permetteranno un buon uso della rete, con più possibilità; Se invece la connessione è lenta può causare molti problemi, l’accesso diventa difficoltoso, i servizi e le imprese non funzionano come dovrebbero e i privati non hanno tutte le possibilità che possono avere chi ha a disposizione una connessione a banda ultra larga molto veloce.

La media globale è ovviamente misurata in Mbps (Megabit al secondo), la capacità (quindi velocità) di trasmissione dei dati su una rete informatica. Un tempo le connessioni si fermavano ai Kbps (Kilobite al secondo), ricordo ancora la mia “vecchia” 56Kb, con un modem che faceva “gracchiava” per connettersi alla rete, ora una normale connessione ADSL a banda larga viaggia dai 2 ai 20 Mbps (da 2.000 a 20.000 Kb’s).

I dati sono stati raccolti nel 2015 per ogni paese dal portale Speedtest.net, un sito molto popolare che permette tra le altre cose di effettuare test e monitorare la velocità della propria connessione ad Internet, mobile o fissa, connettendosi al più vicino Server sul territorio. Questo il mio personale effettuato su rete fissa TIM (mi ritengo molto fortunato rispetto ad altri).

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Notate qualcosa nella mappa? Si va da meno di 2.5 Mbps (Rosso) a più di 25 Mbps (Verde). Si nota subito che gran parte del Sud del mondo, quello noto tristemente come più povero, oltre ad avere problemi di accesso ad Internet ha molti problemi anche per la velocità media di navigazione e questo non è un bene, specialmente se pensiamo che una velocità maggiore potrebbe favorire lo sviluppo più veloce di queste zone. Notare bene che l’unico paese “in via di sviluppo” che si può chiamare fuori è la Cina che da questo punto di vista è all’avanguardia.

Il nostro continente, quello Europeo se la cava molto bene e non ci si potrebbe aspettare diversamente, specialmente se si pensa al Nord Europa, paesi che fin da subito hanno puntato sulla tecnologia delle reti telematiche, ma se osserviamo bene notiamo che anche il Portogallo o la Spagna sono molto avanti con un bel verde, i paesi più indietro si notano subito, non rossi ma quasi, l’Italia si attesta in una media tra i 5 e i 7.5 Mbps e con essa gran parte dei paesi Balcanici.

A cosa è dovuta questa differenza rispetto al resto dell’Europa? Considerando comunque che anche in zone dei paesi più avanti in questo aspetto ci sono delle carenze il nostro Paese nel complesso è si connesso ma non è stato in grado di restare al passo coi tempi e di allinearsi agli altri quando era il momento, specialmente dal 2000 in poi. Le politiche dei Governi che si sono succeduti in questi 15 anni sono state nulle o inefficaci per contrastare l’invecchiamento delle nostre reti telematiche, c’è stata molta incompetenza è molta indifferenza rispetto a questo problema che sembrava lontano dalla realtà e da tutti, un problema che poteva aspettare di essere risolto. I grandi operatori di telefonia privati come TIM o Tiscali c’erano e continuavano ad aggiornare le reti con esperimenti e iniziative molto interessanti ma pensavano al proprio tornaconto economico ed erano investimenti molto circoscritti e non generalizzati a livello nazionale. Un’altro fatto che molti non considerano è che fino a questi ultimi anni la popolazione non lo sentiva come bisogno, l’interesse generale era poco e pochi si interessavano a queste tecnologie, ancora oggi si fa difficoltà da questo punto di vista, sia per scarca informazione che per ignoranza.

Certo, molti diranno che ci sono altri problemi in Italia a cui pensare, più importanti, del tutto legittimo…anche io capisco che ci sono sempre cose più importanti, come l’economia o il lavoro ma è forse un caso che anche in quei campi negli stessi anni c’è stato un vuoto? Forse no.

Il piano Digitale per l’Italia

L’anno scorso le cose sembrano cambiate in meglio nel nostro paese, almeno sulla carta, il Governo attuale infatti un’anno fa, il 3 Marzo 2015 ha approvato il Piano Nazionale per la Banda Ultra Larga e la Crescita Digitale. Teoricamente se ne parlava già molto alla fine del 2014 perchè l’Unione Europea con la sua Agenda Digitale ha fissato un limite, il 2020; E’ previsto infatti che tutta l’Unione abbia almeno accesso alla Banda Ultra Larga (abbiamo già parlato della Banda Larga, inferiore ai 20 Mbps) ossia un minimo di 30 Mbps di velocità di navigazione, il che per l’Italia sarebbe un bel passo in avanti.

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Cosa prevede il piano del nostro Governo?

Matteo Renzi, Presidente del Consiglio dei Ministri aveva già annunciato più volte durante il suo percorso politico che avrebbe puntato moltissimo del suo mandato sulla promozione della Banda Larga per un Italia più Digitale, il piano infatti non va visto solo nel “semplice” aggiornamento delle nostre infrastrutture informatiche e telefoniche per i privati cittadini, che è necessario per fruire di una Rete Internet moderna, ma deve essere visto anche come un’integrazione per quelli che saranno tutti i servizi pubblici futuri che la Pubblica Amministrazione offrirà ai cittadini attraverso la Rete Internet e le Reti Digitali, si promette infatti più trasparenza, più velocità, meno spese e in sostanza meno burocrazia.

Tra i vari temi trattati ci sono infatti: sicurezza digitale, connettività, scuole digitali, amministrazione moderna, lavoro, turismo, processo civile telematico, l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente con l’Identità Digitale per ciascun cittadino, agricoltura, sanità elettronica e cosi via.

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Per farvi un’idea vi consiglio di scaricare e visionare i piani presenti nel sito ufficiale del Governo qui, è abbastanza vasto, con molte idee e dettagli tecnici ma è giusto farsi un’idea, io entrerò nel dettaglio in 3 punti chiave della connettività che permettera di attuare i servizi elencati sopra: Chi sono gli attori? Con quali investimenti? Con quali infrastrutture e tecnologie?

Se si va a guardare il piano si nota che è in linea con le indicazioni dell’Unione Europea per quanto riguarda le velocità di navigazione che ogni cittadino, ente pubblico o impresa potrà e dovrà raggiungere, ovviamente per far questo bisogna aggiornare e costruire nuove infrastrutture. Riprendendo la slide governativa in sostanza il piano strategico prevede di arrivare al 2020 con il 100% della popolazione Italiana coperta da una connessione a Banda Ultra Larga pari a 30 Mbps, ed almeno il 50% della popolazione da 100 Mbps.

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Chi sono gli attori in gioco?

Questo piano che è già operativo mentre scrivo è seguito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri insieme al Ministero per lo Sviluppo Economico, al suo interno il Ministero ha messo in campo sin da subito Infratel Italia S.P.A.Infrastrutture e Telecomunicazioni per l’Italia, società pubblica in house del ministero che si occupa di attuare le politiche che riguardano appunto le infrastrutture e le telecomunicazioni strategiche pubbliche, ed è lei che si sta occupando di attuare il piano nei minimi particolari.

Come già detto il tutto è già operativo, sin dall’approvazione del progetto la società è al lavoro, si occupa di stringere accordi con il territorio, Comuni, Province e Regioni, gestisce il piano, attua gli investimenti necessari e soprattutto ha concluso le consultazioni con tutti gli 8000 comuni Italiani. I dati in merito alle reti telematiche sono sempre stati vaghi e vari e prima di agire bisogna infatti conoscere l’attuale stato delle infrastrutture, di quali tecnologie già dispongono e di cosa hanno bisogno per raggiungere gli obbiettivi.

I comuni sono stati suddivisi in tante aree, genericamente aree grigie o nere e aree bianche ma anche in settori, aree in cui c’è bisogno di intervento pubblico e dove i privati non hanno investito negli ultimi anni oppure dove gli interventi sono già stati avviato localmente o dove non c’è bisogno. In sostanza gli esiti delle consultazioni (consultabili liberamente qui e qui) hanno prodotto i risultati nazionali riassumibili in questa immagine con dati UE presa dal sito ufficiale di Infratel.

La Rete in Italia e in Europa

L’immagine parla chiaro, vediamo che la popolazione con accesso a Banda Larga è in linea con l’attuale media europea, praticamente identica ma ovviamente rimangono zone del tutto escluse in quel 4% mancante, queste zone vengono chiamate zone in Digital Divide. Le cose cambiano invece per la Banda Ultra Larga, le sigle che trovate nell’immagine possono sembrare strane e non sono comprensibili ai più, trattandosi di sigle che stanno ad indicare tecnologie e architetture informatiche ne parlerò più approfonditamente nella parte tecnica ma FTTN (Fiber to the Node), letteralmente fibra ottica al nodo possiamo collocarla nell’obbiettivo del 100% della popolazione a 30Mb, mentre per FTTH, FTTB e FTTDP (Fiber to the Home), fibra ottica in casa la collochiamo con l’obbiettivo del 50 o 85% della popolazione a 100Mb.

Ora ricordate? Qua siamo messi peggio rispetto all’Europa, con percentuali molto più basse. Tutto combacia con i dati mostrati sull’effettiva velocità di navigazione in Europa e nel Mondo, c’è quindi ancora tanta strada da fare.

Nel sito ufficiale Infratel è possibile consultare tutti i comuni del territorio Italiano, le consultazioni nel dettaglio, lo stato attuale delle infrastrutture e la copertura futura. Qui come esempio ho preso in esame il comune di Cagliari, ma potevo farlo anche con un paesino di 300 abitanti sperduto tra le montagne, ci sono tutti.

Il capoluogo della Sardegna come vediamo non è messo male rispetto alla media nazionale, soprattutto se prendiamo in esame l’intera Regione.

La Rete a Cagliari

Circolano molte voci su questo tema e si parla anche di altri attori pubblici tra cui Enel e Anas. Il colosso Italiano dell’energia infatti proprio in questi giorni ha annunciato il suo piano per la Banda Larga in 224 città, sembra infatti che nei prossimi anni sfrutterà la decisione di cambiare i vecchi contatori portando direttamente nelle case (FTTH) la Fibra Ottica, in accordo con TIM e Wind. Anas probabilmente opererà maggiormente su strade e autostrade.

La strategia però non prevede solo investimenti e risorse pubbliche che dopo vedremo nel dettaglio, ma è previsto che nella “mischia” si buttino anche attori privati esperti del settore che già hanno investito nelle grandi città, TIM, Fastweb, Vodafone, Wind,e tanti altri. Infatti l’obbiettivo ottimale del piano, con il loro aiuto, sarebbe quello di arrivare addirittura ad una percentuale dell’85% dei cittadini per la copertura a 100 Mbps.

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Sarebbe un notevole passo in avanti e si supererebbero di molto le percentuali minime che l’Europa ci ha “chiesto” di raggiungere. L’idea in se è molto buona, coinvolgere i privati in un piano di questo tipo può portare a velocizzare il processo e la costruzione delle infrastrutture, può portare altri investimenti e soprattutto in questi tempi posti di lavoro, inoltre le grandi aziende che già hanno investito sul territorio con i propri soldi nell’espansione delle reti non sarebbero contenti se fossero tagliati fuori, visto e considerato che molti di loro già possiedono infrastrutture strategiche da unire a quelle mancanti.

Di fatto in questi ultimi mesi molti operatori vogliono sfruttare la popolarità e l’interesse che le nuove tecnologie stanno portando e guardano con molto più interesse lo sviluppo per esempio della Fibra Ottica, con propri piani che hanno più o meno le stesse scadenze e obbiettivi di quello pubblico.

Il Governo però si aspetta anche la collaborazione dei privati cittadini, si suppone e si spera che le nuove tecnologie, i nuovi servizi e le nuove possibilità attraggano molto l’interesse generale per far si che gli investimenti diano i frutti, specialmente diano un contributo nella crescita del Paese.

Quali e quanti sono gli investimenti?

C’è stata molta confusione sugli investimenti che riguardano il piano, specialmente sui media tradizionali, il Governo però nella sostanza ci da dei numeri abbastanza chiari. Bisogna riconoscere dietro la ricerca degli investimenti è stato un fatto un lavoro che giudico molto buono, si è data parecchia importanza a questo progetto, sono state studiate tutte le problematiche, le possibilità di successo o insuccesso del programma e in base a questi risultati si sono calcolati anche gli investimenti necessari e previsti per tutte le casistiche, l’unica parte non chiara può essere quella dedicata agli investimenti privati che è molto indicativa, ovviamente ancora nessuno sa, nemmeno il Governo in che misura i privati reagiranno all’iniziativa pubblica, se la accoglieranno pienamente e con favore oppure contribuiranno solo in parte o come hanno sempre fatto.

Allo stato attutale le cose sono sicuramente un pò cambiate ma indicativamente possiamo considerare e riassumere questi dati qui sotto ancora validi.

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Come vediamo ci sono fino a 12 Miliardi di euro complessivi per 7 anni totali (ricordiamo che il piano Nazionale che comprende anche l’Agenda Digitale dei Servizi andrà oltre il 2020), ci sono poi 4.4 MLD di fondi FESR/FEASR che arrivano totalmente dall’Unione Europea, 5 MLD dall’FSC – Fondo di Sviluppo e Coesione delle Regioni e i restanti investimenti da altre risorse aggiuntive, in queste “Altre Risorse” potremmo elencarne molte ma ricordiamo che gli investimenti non sono fissi e cambieranno sicuramente nel tempo. C’è da dire sicuramente che come già detto è stata data molta importanza al piano, e considerate le somme in gioco, davvero tante, c’è una certa priorità per gli interventi.

Gli enti locali e le Regioni possono anche attuare il piano investendo autonomamente con fondi propri, è il caso per esempio della Sardegna, la Regione ha già stanziato 56 Milioni di Euro per la propria Agenda Digitale in anticipo rispetto ad altre, ed i lavori stanno partendo già in questo mese.

Quali sono le infrastrutture e le tecnologie in campo?

Cercherò di parlare non troppo tecnicamente e farò un introduzione alle tecnologie usate anche perchè quelle che verranno impiegate per attuare il Piano per la Banda Ultra Larga sono moltissime, la maggior parte riguarda sicuramente le reti informatiche e telefoniche. Abbiamo già visto a che punto siamo messi, adesso quali tecnologie usiamo?

In Italia da questo punto di vista non siamo messi male, se consideriamo soltanto il mondo mobile (che non riguarda il piano, attenzione) e delle connessioni usate dagli operatori per i telefoni cellulari/smartphone siamo ai primi posti in Europa, sia per velocità che per copertura sul territorio, in questo i privati hanno puntato molto e sono riusciti nell’intento di portare pressochè ovunque i loro servizi. Nel piano di cui stiamo parlando la tecnologia Wireless è prevista ma come detto bisogna “separarla” dal mondo mobile e sarà esclusiva di alcune zone circoscritte dell’Italia in cui non sarà neccessario effettuare (come si dice in gergo) una posa di cavi su terreno o aria, il WiMAX ne è un esempio, reti a banda larga Wireless, per certi versi molto utili e comode per le grandi distanze ma che non sempre garantiscono una velocità e affidibilità adeguate.

Qui però parlo principalmente della rete fissa e li qualche carenza purtroppo la abbiamo, non come qualità delle tecnologie ma piuttosto come copertura o quantità. Ho già accennato qualcosa ma principalmente adesso la rete informatica o meglio la rete Internet Italiana viaggia principalmente sul semplice doppino telefonico in rame, quello che da quando esiste il telefono “moderno” permette la trasmissione delle comunicazioni telefoniche e dei dati, da sempre usato da tutte le compagnie telefoniche e non sino ad oggi, ovviamente non è così semplice, l’intera rete viaggia su complessa architettura che assicura i collegamenti fra le Centrali Telefoniche, che permettono gli scambi e punti di connessione tra il territorio e arriva all’interno delle nostre case, fino ai telefoni e ai Modem per la connessione dati.

Dagli anni 2000 in poi però in Italia si è iniziata ad usare anche più largamente la Fibra Ottica, in realtà molti non sanno che si tento anche prima di usarla, gli addetti ai lavori ricordano sempre che alla fine degli anni ’90 la vecchia Telecom Italia pubblica (SIP) voleva promuovere lo sviluppo della Fibra con il Progetto Socrate, con le stesse ambizioni dell’attuale progetto, portare la banda larga su tutto il territorio sostituendo il classico rame, poi però si rinunciò quasi subito, l’avvento dell’ADSL su rame portava già ai massimi livelli le esigenze dell’epoca e poi perchè ci sarebbe stata una spesa troppo grande per realizzare tutto.

Oggi però le cose cambiano, le esigenze sono cambiate, la richiesta aumenta di giorno in giorno e come già accennato gli operatori si stanno buttando su questa opportunità, riassumendo la Fibra ottica è nuova, il doppino telefonico in rame è (finalmente) vecchio.

Sicuramente sia della Fibra che del doppino ne avrete sentito parlare ma partiamo dalla Fibra Ottica, l’Italia è stata una pioniera su questo campo, pensata già da Archimede e da Apuleio (che sicuramente capivano ben poco di telefonia), negli anni 70 nel nostro paese ci fu un notevole impulso nelle ricerche sulla tecnologia, fino ad arrivare a ridosso dei nostri giorni, nel infatti 1996 venne venduta la prima fibra ottica moderna e in quegli anni proprio in Italia nel CNR di Pisa si facevano esperimenti, in una LAN – Rete Locale si arrivò persino a toccare la velocità di trasmissione dati di ben 1 Gigabit per secondo (1000 Mbps).

Fibra Ottica

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Una sezione di un cavo in Fibra Ottica

La Fibra o Cavo Ottico fisicamente all’esterno si presenta come un normale cavo o tubicino che è ricoperto da vari strati, al suo interno è composta da tanti filamenti vetrosi molto sottili realizzati in modo che facciano viaggiare la luce al loro interno ad una velocità impressionante, su quella luce viaggiano tutti i dati che consultiamo ogni giorno sul nostro PC o Smartphone, queste stesse righe. Come si capisce fin da subito la velocità di trasmissione è molto elevata, oggi si superano anche facilmente i Terabit al secondo (1000 Gbps), questa tecnologia non viene solo usata nella telefonia oggi, ma anche nella medicina, nell’illuminazione e nell’elettronica.

Ora parliamo del doppino telefonico in rame o semplicemente doppino, molto più semplice della Fibra Ottica si presenta con un normalissimo cavo elettrico, un rivestimento in gomma e (come suggerisce anche il nome) due cavetti separati al suo interno interamente di rame, i dati qua come i comuni cavi più generici usati nell’elettronica passano attraverso gli impulsi elettrici tradizionali e la tramissione analogica o digitale ha però molti limiti.Doppino Telefonico

Sezione di un paio di Doppini

In sostanza quale è la reale differenza tra queste due tecnologie e perchè solo oggi si favorisce la Fibra?

Partiamo dal presupposto che il doppino in rame è un mezzo di trasmissione attraverso il quale può tranquillamente passare un segnale a banda larga (voce, chiamate e dati, fino a poco più di un centinaio di Mbps), cosa che già accade nella tradizionale modalità ADSL da casa verso la prima Centrale Telefonica, grazie al modem ADSL e al relativo protocollo DSL.

Qualcuno forse si chiederebbe a questo punto, se il doppino può arrivare alla velocità di navigazione di 100 Mbps (una delle velocità previste del piano), non si può continuare ad usare solo quello esistente? Purtroppo no, come già detto già da molti anni l’utilizzo escluivo del rame non è più possibile, la cosa da sola ovviamente non basta per avere una Copertura ADSL ottimale su un dato territorio e si ha proprio la necessità della Fibra Ottica. Il rame ha molte problematiche sulle lunghe distanze, perde molti dati, ci sono quasi sempre molti disturbi con una schermatura non ottimale, si deteriora molto facilmente con il tempo ed ha limiti che con l’attuale Rete di Internet e con il costante aumento degli utenti che possiedono una linea ADSL non è in grado di reggere, la Fibra entra in gioco facendo da ponti su grandi distanze tra centrali e punti di scambio telefonici, è molto resistente se non danneggiata volutamente, i disturbi sono pressochè nulli, e come già detto permette un grande spostamento di dati ad una velocità molto considerevole.

Per la sua versatilità viene usata infatti anche da molte aziende esterne al mondo della telefonia Enel, Rai, Università Statali ecc.

Una voltà abbandonato definitivamente il doppino però la Fibra entrerà anche in tutte le nostre case, fino ad ora solo nelle grandi città questo è avvenuto, ricordate le strane sigle di cui vi avevo parlato nel primo punto? Guardate questo schema:

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In questa semplificazione sono presenti quattro tecnologie, iniziano tutte per FTT riferite alla Fibra Ottica, ne abbiamo già visto due di sfuggita ma le rivediamo, la FTTN (Fiber to the Node), letteralmente fibra ottica al nodo, FTTH (Fiber to the Home), fibra ottica in casa, le due nuove invece sono FTTC (Fiber to the Cabinet) Fibra all’armadio telefonico e FTTB (Fiber to The Building) Fibra all’abitazione o edificio.

Ho separato il tutto con una riga perchè le coppie sono molto simili tra loro, la parte viola rappresenta la fibra ottica che arriva e parte dalle Centrali Telefoniche, nella parte gialla è presente il doppino telefonico in rame che è anche già presente nelle abitazioni, semplificando ho poi aggiunto due limiti delle coppie, la prima non può superare i 100 Mbps mentre la seconda può andare oltre. Questo perchè?

Ovviamente come già detto il doppino è limitante e più la tratta della linea individuale di ciascuno è composta in rame più limiti ci saranno, se la Fibra con la FTTN o con la FTTC arriva solo al “nodo” più vicino, quasi solitamente armadi telefonici o ripartilinea (sicuramente gli avete visti per strada), e poi alla vostra casa, la banda o portante (il massimo che può raggiungere la vostra linea in Fibra o ADSL) non sarà mai più di 100 Mb (semplificando). Mentre se invece la Fibra come da schema arriva fino all’abitazione con la FTTB e nell’ultimo caso FTTH persino al Modem per Fibra Ottica le cose cambiano e si avrà un notevole guadagno in termini di velocità e sopprattutto prestazioni.

Il piano dove si colloca? Per la copertura del 100% della popolazione Italiana con almeno 30Mb di navigazione verranno quasi sicuramente implementate le prime due “tecnologie”, FTTN e FTTC, come già visto nei dati Infratel già usate nel 26% delle unità immobiliari Italiane, se si fanno due conti con questo sistema si capisce subito, il processo è molto più veloce ed economico e in sostanza si deve effettuare solo un aggiornamento in moltissimi casi. Per la copertura del 50 o 85% della popolazione con 100Mb entrano in gioco le ultime due, FTTB e sopprattutto FTTH, ed il processo però diventa anche più costoso e lento, la maggior parte del territorio necessita di scavi e infrastrutture per arrivare a portare un cavo di fibra ottica fin sotto casa o dentro l’edificio.

Tutto questo avrà un costo sia per gli operatori che per lo Stato, ovviamente non solo per loro, anche i privati cittadini per poter accedere alla Fibra dovranno sostenere dei costi, oramai tutti i fornitori di questi servizi hanno piani tariffari e abbonamenti per questa tecnologia, e sembra che fortunatamente per tutti la popolarità stia portando i costi a scendere, vedremo.

Considerazioni finali

Vi ho spiegato a grandi linee e forse con qualche tecnicismo di troppo l’importanza di un paese moderno e Digitale con annesso tutto il Piano del Governo per l’Italia Digitale che ci accompagnerà per i prossimi anni. Ovviamente non ho parlato di tutto, ci sono moltissimi “sotto-piani” e temi collegati a questo argomento come già spiegato. Nel contesto comunque dopo aver analizzato molti dati e le proposte del governo nel piano le soluzioni secondo il mio parere sono ben ponderate e ben studiate questa volta, a dispetto del passato in cui si facevano tante promesse e sostanza nulla, oggi hanno considerato tutti i limiti, problemi, le tempistiche, gli investimenti e le possibilità del prima e del dopo gli interventi.

Il tempo per attuare il tutto è quello giusto, la richiesta per un paese più moderno sta crescendo, fortunatamente la popolazione ha preso coscienza del problema che è stato sottovalutato in tutti questi anni e si spera che questa volta si arrivi veramente fino in fondo ai risultati sperati, una Rete di Internet all’altezza di un paese moderno e tutti i servizi integrati e al servizio di ogni cittadino con semplicità, meno burocrazia e meno costi.

Siate ottimisti!

Scritto da: 

Fabio, classe 1993, Nerd fino al midollo, cresciuto tra videogame, computer, e apparecchi elettronici, sempre alla ricerca di novità in campo digitale. Diplomato come Perito Informatico e Programmatore, lavoro nel campo ICT e ho una certa esperienza nel mondo della tecnologia, dell’informatica e delle telecomunicazioni.

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